12/06/23
L’ESPERTO RISPONDE | Società agricole e assetti organizzativi
di Remo Tarolli, avvocato
Pur essendo in vigore già da un po’, le disposizioni che regolano l’obbligo per qualsiasi società – e quindi anche per le società agricole – di dotarsi di assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati alla natura e alle dimensioni dell’impresa non sono sempre conosciute e applicate in modo corretto. Tale obbligo, nondimeno, ha una rilevanza centrale nella disciplina della società (anche agricola), perché costituisce un parametro di corretta gestione, anche in funzione di eventuali responsabilità degli amministratori. Ecco allora che la consapevolezza riguardo alla natura e all’estensione delle prescrizioni imposte all’imprenditore agricolo può diventare il driver di un processo di crescita complessivo della società, a beneficio di tutti i soggetti che direttamente o indirettamente entrano in contatto con essa (dipendenti, clienti, fornitori, etc.).
Ma come vanno declinati in concreto gli assetti prescritti dall’articolo 2086 del Codice Civile?
Naturalmente non esiste una risposta valida per tutte le società, proprio perché la norma in questione prevede un obbligo modulato sulla natura e sulle dimensioni dell’impresa e dell’attività svolta.
Con riguardo agli assetti organizzativi, il punto di partenza da cui muovere consiste nell’individuazione dei ruoli e dei compiti all’interno dell’azienda. Sarà quindi necessario definire, anche con l’aiuto di un professionista, un modello generale che garantisca l’attribuzione dei poteri decisionali secondo un appropriato livello di competenza e responsabilità. Tale modello, per risultare adeguato, dovrà certamente integrare un organigramma aziendale con la chiara identificazione delle funzioni, dei compiti e delle relative responsabilità. A questo riguardo, specie per le realtà più articolate, potrà essere quanto mai opportuno formalizzare specifiche deleghe gestorie e deleghe di funzioni, al fine di redistribuire in modo corretto compiti e responsabilità nell’ambito dell’organizzazione aziendale.
Quanto agli assetti amministrativi, essi dovranno essere attentamente modellati in funzione della complessità dell’attività concretamente svolta, anche nell’ottica delle collegate responsabilità a carico degli organi apicali. Sarà quindi necessario che i protocolli amministrativi siano definiti in modo da consentire la corretta gestione dei numerosi adempimenti richiesti nello specifico settore: si pensi ad una società agricola operante nell’ambito dell’allevamento ed alle numerose prescrizioni che si accompagnano a tale attività, ad esempio sul fronte della normativa ambientale. A questo riguardo, è consigliabile valutare l’opportunità di coniugare con gli adeguati assetti anche la predisposizione di un modello di organizzazione, gestione e controllo di cui al d.lgs. 231/2001, specie per le società operanti in settori più “sensibili” rispetto a possibili illeciti in materia – solo a titolo di esempio – di sicurezza sul lavoro o di ambiente.
Per ciò che concerne infine gli assetti contabili, il relativo obbligo si sostanzia nella elaborazione di un corretto piano economico-finanziario e nella implementazione di strumenti di reporting idonei a monitorare la solvibilità dei clienti e ad approntare adeguate misure per la tutela dei crediti. Tali strumenti devono consentire di rilevare eventuali squilibri finanziari – che possano mettere a rischio la continuità aziendale – non solo a consuntivo, ma anche e soprattutto a livello previsionale, attraverso una puntuale verifica circa la capacità della società di far fronte alle proprie obbligazioni.
L’adozione di adeguati assetti costituisce un adempimento di notevole importanza per l’organo amministrativo, sicché ogni eventuale carenza può dare luogo a gravi responsabilità a carico di quest’ultimo.
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