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Il Credito cooperativo trentino a Bruxelles. In cima all’agenda il ruolo delle banche di territorio

23/10/23

I vertici di tutte e dodici le Casse Rurali trentine e delle società di sistema hanno incontrato a Bruxelles i rappresentanti delle istituzioni politiche e delle organizzazioni di tutela della Cooperazione in Europa. Per conoscere e farsi conoscere.

Dal 20 al 22 settembre i rappresentanti del credito cooperativo trentino e degli organismi centrali della Cooperazione Trentina hanno trascorso tre giorni a Bruxelles caratterizzati da incontri, relazioni e approfondimenti con i rappresentanti delle istituzioni politiche e delle organizzazioni di tutela della Cooperazione in Europa.

La delegazione trentina, guidata dal presidente e dal direttore della Federazione Trentina della Cooperazione Trentina, Roberto Simoni e Alessandro Ceschi, contava al suo interno (d’intesa con Cassa Centrale Banca) presidenti, direttori e amministratori delle Casse Rurali Trentine.

“L’Unione Europea rappresenta un faro di opportunità per le imprese cooperative – ha spiegato Simoni – Le decisioni prese a Bruxelles influenzano direttamente il nostro futuro e il successo delle nostre imprese. Lo scopo di questo viaggio è quello di comprendere i meccanismi, i programmi e gli strumenti dell’UE per rafforzare le nostre cooperative e favorirne la crescita”.

Nello stesso tempo la tre giorni si è dimostrata opportunità straordinaria per “presentare agli interlocutori europei la peculiarità delle banche di comunità, cooperative di credito che condividono l’appartenenza a una vasta rete di imprese che caratterizza e qualifica il territorio trentino in tutti i settori dell’economia e del welfare”.

A Bruxelles erano presenti i rappresentanti delle dodici Casse Rurali del Trentino e di altre istituzioni di credito del sistema: Banca Mediocredito del Trentino Alto Adige, Fondo mutualistico Promocoop Trentina spa, Cooperfidi e Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine.

“È stata una grande occasione – spiega il presidente di Cooperfidi Guido Leonardelli – che ci ha permesso di avere maggiore consapevolezza nei meccanismi che regolano il sistema decisionale delle politiche europee. In particolare, ci ha fatto comprendere meglio quando sia importante avere un presidio che possa intervenire a tutela del nostro movimento e del credito in particolare”.

La delegazione trentina è stata accompagnata da Federcasse, la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali. Agli incontri ha partecipato il direttore generale Sergio Gatti.

“Le normative bancarie provengono principalmente da regolatori europei, e la supervisione delle Casse Rurali è affidata all’autorità di vigilanza europea – ha osservato Silvio Mucchi, presidente del Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine -. Crediamo che la leadership della cooperazione di credito necessiti di aggiornamenti sul quadro normativo europeo e di occasioni di incontro con operatori politici e tecnici delle istituzioni europee”.

Molti gli incontri con dirigenti di direzioni e dipartimenti Ue, rappresentanti di associazioni ed enti del credito (Copa-Cogeca, Abi, Federcasse e Confcooperative, Associazione europea delle Banche cooperative), parlamentari. Tra questi l’on. Herbert Dorfmann e l’on. Irene Tinagli.

Tra i dossier di maggiore evidenza il tema della proporzionalità di regole che tenga conto della dimensione degli istituti è centrale.

“Dopo anni in cui il credito cooperativo è stato oggettivamente penalizzato dalla legislazione europea – ha affermato l’on. Irene Tinagli, presidente della Commissione affari economici e monetari del Parlamento Europeo – nell’ultima revisione dei regolamenti in materia che recepiscono i recenti standard di Basilea siamo riusciti a far riconoscere la specificità di queste realtà e il loro ruolo nello sviluppo dei territori.

In questo modo le Bcc possono beneficiare di una differenziazione delle regole in modo proporzionale alla loro dimensione, visto e considerato che non sono multinazionali. Per questo hanno bisogno di una attenzione particolare, che non significa non rispettare le regole, ma di applicarle in modo proporzionale.

Questo deve permettere a queste imprese di svolgere un ruolo sociale, di attenzione ai territori e alle Pmi che sono l’ossatura del nostro Paese. Un primo passo che riconosce la specificità di queste banche e che si muove nella direzione del buon senso nell’applicazione delle regole europee”.

Le Casse Rurali Trentine rappresentano, oggi come ieri, il principale riferimento per le esigenze finanziarie di imprese e famiglie, puntando su efficienza, solidità, solidarietà. Negli anni Settanta (1974 per l’esattezza) gli istituti di credito cooperativo avevano dato origine a Cassa Centrale Banca, dal 2019 settimo gruppo bancario nazionale, con 70 banche affiliate in tutta Italia, tra i più solidi in Europa (come confermato da recenti stress test della Banca Centrale Europea).

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